VIAGGIO IN INDIA

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Se siete dei giramondo cronici come me, non può assolutamente mancare un viaggio in India tra la vostra lista di viaggi.

Chi parte per l’India non va a fare una vacanza, quella scordatevela proprio! Chi va in India fa un viaggio. Quel viaggio che ti forma le ossa per qualsiasi altro viaggio.

Insomma per farla breve, se andate in India potete andare ovunque!

Un viaggio in India è un viaggio difficile. Sono stata dall’altro capo del mondo, ma mai come in India mi sono sentita così lontana.

Assisterete a scene molto forti e tirerete fuori il meglio dal vostro spirito di adattamento in una cultura molto difficile da comprendere che, con le sue mille contraddizioni, vi metterà alla prova continuamente.

Personalmente l’India mi ha messo alla prova in una maniera decisamente estrema. Ho avuto durante il mio viaggio in India diversi problemi di salute. Ci sono stati anche dei momenti in cui ho pensato di avere un male gravissimo. Fortunatamente non è stato così e potrò fare ulteriori visite con calma in Italia, senza quell’urgenza allarmante che era stata inizialmente contemplata in uno strano inglese che non riuscivo neanche a capire bene.

Sono stati attimi intensi. Attimi in cui cominci a riflettere sulla vita e sulle cose che sono veramente importanti.

E credo che l’India ti spinga proprio a questo. A una continua riflessione sull’esistenza.

L’India mi ha insegnato innanzitutto ad essere grata per quello che ho, senza dare nulla per scontato, e a smetterla di pensare a quello che non ho.

Te lo insegnano i poveri che incontri per strada. Quelli che non hanno niente. Neanche i denti per mangiare o gambe per camminare.

E mi sono ritrovata ad insegnarlo io stessa ad un indiano che ho incontrato per caso mentre mi facevo una manicure a Pushkar. Quest’uomo mi ha confidato un suo grande segreto che non ha condiviso mai con nessuno. Un segreto che lo turba profondamente e che lo rende estremamente infelice. Mi ha detto: “non l’ho mai detto a nessuno, ma tu sorridi sempre e sento che hai un cuore gentile”. Io ho cercato di consolarlo per quanto possibile, spingendolo a riflettere sulle cose belle che ha. E improvvisamente gli si sono illuminati gli occhi. “Io amo il mio lavoro! Sono grato di fare un lavoro che amo!”. E alla fine ci siamo abbracciati.

Tu insegni a me. Io insegno ad un altro.

Il karma è un altro aspetto meraviglioso che mi ha insegnato l’India.

Faccio una buona azione per te. E tu fai una buona azione per un altro. In questo modo ci si aiuta continuamente.

Ho visto autisti fermarsi a prendere dei vecchietti che non riuscivano a camminare. Gente per strada aiutare a pulire la scarpa della mia amica che aveva accidentalmente affondato il piede nella cacca di mucca (cacca sacra eh, per carità!). Signori prendersi cura di un povero cagnolino che era caduto in acqua e che aveva freddo.

E tutto questo per nulla in cambio. Ma solo ed esclusivamente per perseguire il ciclo continuo di buone azioni che regola l’universo.

Devo ammettere però che nonostante queste belle lezioni che mi ha regalato l’India, spesso ho avuto degli attimi di sconforto.

Attimi in cui non sopportavo più la sporcizia delle strade, la mancanza totale di igiene, il rumore continuo dei clacson, la costante attenzione nella scelta del cibo, l’afa soffocante, l’inquinamento.

Non sopportavo più viaggiare su treni polverosi, essere presa in giro dagli autisti locali che non mi portavano mai dove chiedevo di portarmi, lavarmi i denti con l’acqua di bottiglia, essere spinta come una trottola dalla folla, lo slalom continuo tra macchine, camion, tuk tuk, vacche, biciclette e motorini per strada.

A volte sognavo di tornare a casa, fare una corsa in un parco, bere ad una fontanella, farmi una carbonara e un bicchiere di vino al fresco (perdonami Mallory per aver citato la carbonara ogni giorno durante il nostro viaggio).

Ma alla fine credo anche che le difficoltà verso cui ti spinge l’India siano un piccolo prezzo da pagare per chi decide di esplorare una terra così favolosa.

Una terra fatta di palazzi leggendari di principi e sovrani, di storie terribili di morte e di intrighi, di inespugnabili fortezze, di deserti estesi, di tombe monumentali, di templi e fiumi sacri.

Una terra fatta di mercati caotici e di suoni mistici, di spezie e di profumi, di feste tradizionali in processioni interminabili, di balli scatenati in vestiti coloratissimi.

Ma soprattutto una terra fatta di persone uniche, che non hanno assolutamente niente, ma tutto da insegnare.

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